L'albero e la roccia
Esposizione antologica di Pasquale Ancillotti



Nel mese di settembre, al Palazzetto della cultura di Cardoso, chiusa la mostra dedicata agli allievi di Nerina Simi, è stata inaugurata alla presenza di un folto numero di persone e rappresentanti del Comune, l'esposizione antologica di Pasquale Ancillotti, organizzata e curata da Silvia e Michela dell'associazione Crealizza
     

che hanno sapientemente e meticolosamente ricostruito, nella sala di accoglienza della mostra, l'ambiente contadino da dove il maestro proveniva, legandolo poi al mondo della scuola con il nero della lavagna il quaderno a righe e la bella scrittura,
 
   

proiettandolo infine nel mondo dell'arte dove ha fuso passione e sentimento disegnando magnifici quadri e scrivendo poesie intense che provengono dal profondo del cuore.Non da meno sono i racconti di vita reale da Lui vissuta in giovane età con la famiglia prima sugli Alpeggi che circondano la Vallata Cardosina, poi a Storlo nel Reggiano assieme alla moglie dove donò ai bambini i suoi primi insegnamenti da maestro.

       



Approfondimento a cura di Veronica Viacava


Pasquale Ancillotti nasce nel 1905 nella frazione di Cardoso, "...tra selve e boschi, esigui campi e prati alpestri a non finire, fumar di metati in novembre e di carbonaie in estate, ruscellar d'acqua e belar di greggi e picchiettio di mazzuoli sulle cave di macigno sparse qua e là intorno al paese". Perde la madre quando ha dieci anni e il ricordo di quella donna povera di istruzione, che non sapeva né leggere né scrivere, ma ricca delle esperienze e della saggezza acquisite durante il lungo soggiorno in Sud America, lo accompagna per tutta la vita. La madre rivive nella memoria dell'artista ormai anziano attraverso il ricordo delle canzoni in spagnolo che lei gli cantava quando salivano all'Alpe in l'estate, dei racconti di storie inventate e di vita vera degli abitanti delll'Alta Versilia, degli abiti di lana grezza che tesseva per il figlio, dell'idea di Dio nelle vesti di un Sole che illumina e genera la vita. E sarà l'ultimo desiderio della madre che, nell'ottobre del 1927, spingerà Pasquale a fuggire a Firenze, rifiutando così una vita dedita alla pastorizia e ai lavori di manovalanza per rincorrere il sogno di diventare maestro di scuola elementare. Dedica tutta la sua vita all'insegnamento a cui affianca la passione per il disegno e per la scrittura. Dalle sue acqueforti emerge un amore sviscerato per la natura e per la propria terra rafforzato dal suo identificarsi con elementi naturali e paesaggistici, quali ad esempio l'albero e la roccia. I suoi sono tutti disegni dal vero caratterizzati da un tratto preciso e indistinguibile e da una meticolosa attenzione per i dettagli che rendono la rappresentazione dei paesaggi apuani ancora più realistica. Grazie anche ad un sapiente uso del chiaroscuro il maestro riesce a trasmettere le sensazioni più intime della sua persona. Nel 1989, dopo ripetute insistenze da parte della famiglia, Ancillotti acconsente a pubblicare una raccolta di memorie che ruotano tutte attorno alla ricerca di un tempo ormai perduto, al ritorno al paradiso edenico dell'infanzia. Da questi racconti emerge con forza l'immagine di un uomo modesto, semplice e umile che è riuscito, a costo di enormi sacrifici, a realizzare il sogno di una vita e a trovare una propria collocazione nel mondo. Allo stesso tempo mette in luce la grandezza artistica e intellettuale di un artista che non ha mai trovato un secondo fine alla suo talento e che, per questo, ha tutto il diritto di essere annoverato tra i nomi più illustri delle eccellenze del territorio versiliese.


Veronica Viacava




           

           

           

           

           

       

       

       




Nell'ambito della mostra sono stati inseriti 4 avvenimenti



Il primo avvenimento 6 settembre ha riguardato il mondo della pittura dove diversi artisti attuali, anche stranieri, hanno onorato la mostra con la loro presenza cimentandosi nella creazione di un'opera all'ombra del Monte Forato.

   

Hanno partecipato all'evento i pittori itineranti della Versilia:

Alfio Bichi
Almo Moretti
Annarosa Lisi
Andrea Balderi
Barbara Graig
Brunetta Puccinelli
Carla Iacobelli
Hans Hildorson
Maria Teresa Vanalesta
Pierino Mazza
Piero Moriconi
Roberta Folini
Sigifredo Camacho
Angelo Fornaciari
Maria Chiara Papasogli


           

           

           

       

   




Il secondo avvenimento 13 settembre è stato dedicato alle poesie del maestro recitate e commentate da Ezio Marcucci (ottimo oratore),     che ha raccolto gentilmente la richiesta di Michela e Silvia di Crealizza prestando la sua voce e la sua presenza. Un bel nucleo di persone ha seguito e ascoltato molto attentamente le parole di Ezio, abile nel riportarci sapientemente indietro negli anni, quando tutto era più genuino e c'era il rispetto reciproco, e la sera si andava a “veglio” in qualche casa magari per sgranare il granoturco o a fare una padellata di “mondine” innaffiate con il “picciolo”, mentre un'anziano ci raccontava episodi della sua vita avara di gioie ma colma di tante tribolazioni e fatiche.
       
E per questo ti dico da parte mia: "Bravo Ezio! Mi hai colpito profondamente riportandomi ai tempi della mia fanciullezza. GRAZIE!"





           

           

           

           

       

       




Il terzo avvenimento 20 settembre ha ricordato come il Maestro usasse anche le piastre che coprivano i tetti dei metati, perchè non aveva carta o altro a disposizione, per disegnare e dare sfogo così alla sua vena artistica.

Quando le piastre dei tetti diventarono quadri

Racconto che rivisita un episodio realmente avvenuto quando Pasquale Ancillotti scoperchiò un metato per disegnare sulle piastre.
La storia è stata raccontata da mia nonna Pasqualina, cugina di Pasquale, a mio padre, e da lui a me.

Voler disegnare e non aver un foglio su cui poterlo fare, oggi sembra impossibile con tutta la carta e cartone che buttiamo via, ma per Pasqualino, che allora era un bambino, questa era la semplice verità: di carta per disegnare non ce ne era. La carta era preziosa e serviva solo a scrivere lettere e far conti e non si poteva usare per disegnare. Pasqualino voleva disegnare, doveva disegnare se lo sentiva dentro e non poteva farne a meno. Iniziò con un legnetto a fare dei segni nella terra, fece cerchi, linee, ma a quei disegni mancava qualcosa: sulla nuda terra Pasquale non riusciva a dipingere le mille idee che gli affollavano la mente, e poi quando pioveva tutto svaniva. La sera a casa continuava a disegnare sui vetri appannati delle piccole finestre della cucina, ma tutte le mattine non trovava più niente. Allora un giorno, mentre guardava le pecore sull’Alpe, con un sassetto bianco iniziò a disegnare sulle piastre di un tetto di un piccolo metato e il mondo della sua fantasia trovò il primo appiglio per uscire e fermarsi. Dal lato del monte il tetto era basso e lui poteva salirci senza difficoltà, il padre gli aveva detto mille volte di non salire sul tetto, ma quelle pietre nere erano perfette per disegnare e lui sentiva che doveva fare qualche cosa. Siccome non poteva salire sul tetto pensò che la cosa migliore era smontare le piastre e disegnare da terra, in fondo il babbo gli aveva proibito di salire sul tetto non di smontarlo, e così fece. Prese una ad una le piccole piastre nere e fece un sacco di quadri sulle montagne e gli alberi che lo circondavano. Non pensò mai di disegnare una pecora o qualsiasi altro animale, non voleva fermare in un disegno le mille varietà di espressioni e di suoni che essi sono capaci di fare, e poi loro non stavano mai ferme, mentre le montagne stavano in posa per lui. Iniziò in quei giorni una passione che accompagnò Pasquale per tutta la vita, un amore per le sue montagne in cui era solito ritornare e che non lo abbandonavano mai, nemmeno quando stava nel suo appartamento a casa dove le sue montagne lo fissavano attraverso i suoi quadri.

Cardoso 17 settembre 2014 per POLVERE SUI TETTI
di Francesco Felici


Per questo avvenimento sono stati coinvolti diversi bambini, che hanno espresso, con i gessetti,

           


il loro modo di vedere le cose facendoci rivivere in quel mondo che a Pasquale piaceva tanto.I bambini sono stati aiutati in questo cammino da Sara e Francesco che si sono prestati e prodigati nel raccontare e spiegare il perchè facessero tutto ciò affinchè potessero in qualche modo capire quello che magari per loro era solo un gioco.


           

           

           

           

           

       

       


Hanno partecipato:

Alessandro, Bianca, Caio, Erik, Eva, Gabriele, Ginevra, Simon, Virginia.




Il quarto ed ultimo avvenimento, 27 settembre, presentato da Silvia, oltre che ad offrire un assaggio di buona musica, ha sancito la chiusura dell'esposizione, e si è voluto fare ancora un omaggio al maestro Pasquale Ancillotti diffondendo nell'aria le note di un concerto di musica classica, quella che lui amava ascoltare molto volentieri.
Era presente il sindaco di Stazzema Maurizio Verona con altri membri della giunta.



Il trio AIGOR composto da: Igor Bazzichi (clarinetto), Giulia Maria Dori (pianoforte), Luisa Montagna (violoncello)

           

ha allietato la serata alle persone presenti a questo avvenimento suonando brani di Beethoven e Astor Piazzolla. A conclusione del concerto l'Associazione Crealizza ha offerto un gustoso buffet. Un ringraziamento e una nota di merito ai membri di questa Associazione che hanno lavorato con professionalità, serietà ed entusiasmo per la buona riuscita della mostra e di tutti i programmi in essa inclusi.

BRAVI da parte mia!

Longaron Umberto              



           

           

           





Alcune opere del Maestro



       

       

       

   

       

       

       




Dietro le quinte